Danzare col ragno

Argo

Nell’ambito del mondo dello spettacolo succede molto di frequente che opere letterarie di particolare interesse diventino film oppure spettacoli teatrali. Romanzi, racconti, persino saggi passano dalla immobilità della carta stampata all’azione viva del teatro.
Questo libro al contrario, ed è caso raro, nasce dalla volontà di alcuni spettatori che, avendo assistito  a DANZARE COL RAGNO, hanno espresso il desiderio di possedere e quindi di leggere a proprio piacimento i testi dello spettacolo.
 L’operazione di trasferimento dal teatro alla pagina però non è delle più semplici.  Come  risolvere il problema?
Valuto subito che stampando i soli testi del copione  potrei ottenere un semplice “programma di sala”. Forse potrebbe essere  contento il pubblico, io no. Aguzzo allora l’ingegno e cerco una soluzione buona per tutti. Una soluzione che impreziosisca il nuovo lavoro, lo renda appetibile e autonomo.
Considero che  sarebbe  utile riprodurre nel libro oltre i testi di cui un libro vive anche la struttura dell’opera teatrale – semplice alternanza di parola e musica -  ma mi rendo conto immediatamente  di non poterlo fare proprio a causa della musica. Come trasferirla?
Mi viene l’idea di sostituire tale segmento con uno totalmente nuovo e lo  individuo nell’immagine.
Parola e immagine saranno la nuova alternanza!  
A questo scopo compio una ricerca iconografica sul tarantismo e sulla taranta e finalmente trovo i materiali che serviranno al mio intento.
Rimane da risolvere il problema del buio!
Il buio, che sul finire dello spettacolo arriva improvviso in sala e fa piombare lo spettatore in uno stato di partecipazione emotiva come assistesse realmente al ballo di una tarantata,  lo sostituisco nel libro con la foto di ciò che De Martino e la sua équipe videro davvero entrando nella modesta e maleodorante casa di Nardò dove stava avvenendo il ciclo coreutico per la guarigione di Maria.
Risolti questi problemi distribuisco le illustrazioni.
Decido di aprire il volume con l’immagine della “Puglia” tratta dall’Iconologia di Cesare Ripa. In essa la Puglia viene rappresentata come una donna formosa ricoperta da un abito e un mantello su cui sono evidenti numerose tarante. Ai suoi piedi: da una parte una cicogna con in bocca un serpente di cui la regione a suo tempo era infestata, dall’altra degli strumenti musicali  adatti alla cura del tarantismo. E’ un’immagine extratestuale che nel libro prende il posto del brano musicale, anch’esso extratestuale, sistemato prima dell’inizio vero e proprio dello spettacolo,  con la funzione di introdurre lo spettatore nell’area geografica, assolata e magica,  sospesa e luminosa,  fonte storica del tarantismo: la Puglia.

 

                 

COPERTINA

 Vicenza - Teatro Olimpico

 

 

Copertina del libro

 Rappresentazione di DANZARE COL RAGNO

 

 

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