STASERA A OTRANTO. In scena un nuovo lavoro di Brizio Montinaro
Nascosto nel Vaso di Pandora il legame fra Grecia e
Grecìa
Un recital su testi di Omero, Saffo,
Kavafis e autori salentini
Brizio Montinaro torna nell'amato Salento, non
solo quello delle radici, ma anche quello scritto, cantato, recitato nella sua
attività di scrittore, attore e studioso di cultura salentina. Il successo
ottenuto lo scorso anno ad Otranto con un recital di poesie su Leopardi l'ha
ulteriormente spronato a riprendere il contatto con la sua terra, scegliendo
ancora una volta Otranto per il debutto del suo nuovo spettacolo, Il vaso di
Pandora, che si avvale della regia di Salvatore Tramacere e della
coproduzione fra Provincia di Lecce, Consorzio dei Comuni della Grecìa Salentina
e Koreja.
L'appuntamento è fissato per questa sera nella suggestiva Piazza
Cattedrale della città dei Martiri, per toccare poi lo spettacolo il 29
Alessano, il 30 Tuglie, il 5 agosto Santa Maria di Leuca, il 6 Zollino, e l'8
Sternatia. Il titolo riporta alla memoria una delle più note figure della
mitologia greca, Pandora, la prima donna, creata da Efesto e Atena per l'ordine
di Zeus. Inviata a Epimeteo che la prese in sposa, aprì per curiosità un vaso
datole da Zeus, contenente tutti i mali (compresa la morte), che si sparsero nel
mondo.
Montinaro, cosa contiene il suo <<Vaso di Pandora>>?
<<Poeti greci dalle origini, come Omero, Archiloco, Saffo, fino ai nostri contemporanei, come Kavafis, Elitis, Ritsos. Lo spettacolo è un excursus nella poesia greca e griko-salentina e sul palcoscenico ci sono poeti che vengono a cantare i mali usciti dal vaso di Pandora, poeti greci e delle Serre salentine, che con i loro versi diranno la loro sui temi più importanti della vita: amore, dolore, guerra, vecchiaia, gioia, sofferenza e morte. L'unico male rimasto chiuso nel vaso di Pandora è la speranza, ultima dea alla quale ci si affida, ma io voglio distruggere questo concetto di speranza intesa come attesa interte. La speranza dobbiamo raggiungerla noi, non ci viene incontro se noi non l'affrontiamo>>.
Come è impaginato il recital?
<<Con me in scena ci sarà un musicista, Massimiliano Donninelli, che con quattro sax suonerà una musica che ricorda le sonorità della musica greca e molti temi della canzone popolare salentina. Il rapporto tra la mia voce e quella del sax è di continua sollecitazione. E' uno spettacolo di parola e musica, ma questa è da intendersi come parte attiva, in continua interazione, a dimostrare che la musica greca non è uguale a quella salentina, a differenza dei temi poetici che hanno un comune denominatore>>.
Ci sono in cantiere altri progetti pugliesi?
<<La Provincia di Lecce ha deciso di mettere in repertorio e di far eseguire per la prossima stagione dei concerti dell'ICO Laments, la composizione di Brian Elias su un testo tratto da un mio libro Canti di pianto e d'amore dall'Antico Salento, che lo scorso anno riscosse un ottimo successo a Londra. Poi quest'inverno riprenderò Il vaso di Pandora, che mi piacerebbe portare in Grecia e c'è anche un progetto di scrittura, un libro sulle leggende salentine con la caratteristica che sono raccontate da me>>.
Sceglierà il Salento per le sue vacanze?
<<Il Salento che io adoro è uno stressato, vado in montagna a riposarmi. Tutti parlano di Otranto come l'avamposto dei kosovari e tutti temono di venire qui. Ma io sostengo che bisogna venire a Otranto, nel Salento, perchè qui c'è la vita, e dal confronto con questa gente si potrà costruire il futuro. Io, poi, ad Otranto sono particolarmente legato, perchè è lì, di fronte alla Grecia, l'amore mio>>.
Osvaldo Scorrano